Grazie a Daniele di Dada Miele e Luigi de Le Api di Famolasco con cui abbiamo organizzato un incontro e aperitivo nella nostra seconda casa di Cascina Cuccagna, scoprendo tante curiosità sul miele e sugli alveari e passando una serata dolcissima!
Cosa è un alveare?
Un alveare è il ricovero artificiale (in natura si chiama arnia) in cui vive una colonia di api. La colonia è una società estremamente organizzata e ordinata, in cui ogni elemento ha un ruolo ben definito. Per ogni alveare vi è un’ape regina, una solamente, mentre le api assumono compiti diversi a seconda delle fasi della loro vita. Passano dall’essere pulitrici (puliscono e tengono in ordine l’alveare), a cuoche e nutritrici (producono e forniscono nutrimento alle larve), per poi diventare costruttrici (costruiscono le celle). Diventano poi difensori dell’alveare, in maniera quasi militare. Infine saranno bottinatrici, andando in cerca di polline per la produzione di nettare. Questa chiara divisione del lavoro permette una grande capacità di coordinamento e organizzazione.
L’ecosistema ideale e l’ambiente circostante.
L’ambiente in cui le api prosperano meglio è uno in cui vi sono molte fioriture di piante ed alberi, e nel quale non sia presente agricoltura intensiva che utilizza pesticidi e fertilizzanti chimici. Le api infatti quando entrano in contatto con questi prodotti rischiano di morire sul posto, non riuscire a tornare all’alveare, o se riescono a tornare infettano del prodotto chimico l’intero alveare. Api e agricoltura sono in un rapporto di interdipendenza, in quanto le api hanno bisogno del nettare dei fiori di un ecosistema sano, mentre le piante necessitano delle api per il processo di impollinazione.
Mille gusti del miele: come è possibile?
Ogni ape quando inizia il processo di impollinazione rimane fedele a quel tipo di pianta, producendo così un miele strettamente legato al fiore di una varietà vegetale in particolare. Quindi se un alveare si trova vicino a degli alberi di acacia ad esempio, il miele sarà il risultato del nettare di quell’albero. Avremo così miele di castagno, miele di tiglio, miele di tarassaco, ecc. Il miele millefiori è invece il risultato di un’ impollinazione mista, quando non vi è una varietà vegetale dominante e/o sufficiente. Esso sarà quindi molto diverso di volta in volta. Per seguire le fioriture le api, e quindi gli apicoltori, hanno una vita nomade: le Api di Luigi ad esempio trascorrono l’inverno in Liguria.
Il miele e le alte temperature: una combinazione da evitare
Il calore è estremamente dannoso per il miele e ne danneggia molte proprietà nutritive. Smettete subito quindi di mettere il miele nel vostro tè bollente. Dovrete aspettare che diventi tiepida (idealmente 45°C) prima di aggiungerlo. Lo stesso vale per le preparazioni cotte: rimarranno gli aromi e la dolcezza, ma molte proprietà andranno perse. Esso resta in ogni caso una ottima alternativa di dolcificante naturale e locale, quindi da preferire allo zucchero, di qualsiasi tipo esso sia. Fate attenzione però: un miele di qualità prima o poi cristallizza: è un processo del tutto naturale, che non ne compromette l’idoneità al consumo; è anzi sinonimo di un miele del tutto naturale. Spesso i mieli più “industriali” vengono pastorizzati ad alte temperature per evitare la cristallizzazione, ma come detto sopra con questo processo il miele perde di qualità.
Utilizzi e come apprezzarlo
Come anticipato il modo migliore per apprezzare il miele è a crudo: ti consigliamo di inalare gli odori ed apprezzare con l’olfatto prima che con il gusto, per coglierne le varie sfumature. Il miele è ottimo come coronamento di formaggi, nello yogurt, nel tè e nelle tisane, ma anche come dolcificante per la preparazione di torte e dessert, o semplicemente su una fetta di pane per colazione.
Foto: Le Api Di Famolasco