Mangiare biologico non è solo una scelta consapevole a favore di un’alimentazione più sana, ma un comportamento con moltissime implicazioni etiche sulla salvaguardia del nostro ambiente naturale. La scelta individuale di portare in tavola cibi che siano sani e genuini e che mantengano, cioè, il più possibile inalterate le loro caratteristiche nutrizionali si sposa davvero con la causa della sostenibilità ambientale?
Parrebbe di no. Questo il grande paradosso evidenziato da un recente studio pubblicato su Nature. In sostanza, lo studio dimostra che l’agricoltura biologica, se estesa in modo generalizzato, avrebbe un impatto sull’ambiente e sulla biodiversità negativo. Il motivo è molto semplice: la coltivazione con metodo biologico ha una resa inferiore rispetto alla coltura convenzionale, quindi per soddisfare il fabbisogno crescente di cibo sarebbe necessario andare a consumare moltissimo terreno, cosa che determinerebbe una maggiore deforestazione e perdita di biodiversità.
Lo studio, attraverso un’analisi comparativa delle rese relative al metodo di produzione biologico e a quello convenzionale, dimostra che le rese ottenute in agricoltura biologica sono in genere più basse – in media del 5% (ad es. per i legumi) rispetto a quelle dell’agricoltura convenzionale. In casi limite, le rese possono arrivare a essere inferiori del 13% quando, anziché le pratiche dell’agricoltura convenzionale, svengono usate le migliori pratiche biologiche e addirittura il 34% quando si parla di colture come i cereali .
Secondo gli autori: “Anche se le rese sono solo uno dei vari benefici ecologici, sociali ed economici forniti da un particolare sistema di produzione agricola, è ampiamente accettato che avere alte rese sia un aspetto centrale per la sicurezza alimentare sostenibile su una superficie agricola limitata”.
Tuttavia, le rese sono solo una parte di una serie di fattori economici, sociali e ambientali che devono essere presi in considerazione nel misurare i benefici dei diversi sistemi di coltivazione.
Se è vero che nei paesi industrializzati la questione centrale è se i benefici ambientali della produzione biologica compensino o meno i costi della riduzione della produttività, nei paesi in via di sviluppo una questione chiave è se l’agricoltura biologica possa contribuire a nutrire una popolazione in costante aumento (che nel 2050 si stima potrebbe raggiungere i 9 miliardi di persone).
Forse la soluzione risiede nell’abbandonare la querelle che da anni vede contrapposte l’agricoltura biologica a quella convenzionale e nell’individuare soluzioni complementari a seconda dei diversi contesti territoriali nell’interesse comune.
Voi cosa ne pensate?