La crisi dell’Olio Nuovo: ecco cosa fare

Manestrini_20120907_C013Tutti gli anni in questo periodo si annuncia l’Olio Nuovo, vera eccellenza delle campagne italiane.

Mai come come quest’anno l’arrivo dell’oro verde è stato accompagnato da tanto scalpore e inquietudine, esito di uno dei più grandi flagelli che ha colpito l’olivicoltura nazionale.

Senza scadere nel drammatico, vi informiamo subito che di olio buono ce n’è e ce ne sarà, ma in quantità decisamente ridotte, con inevitabili implicazioni sui prezzi finali.

Ma perché di questa crisi?

Il problema è quasi unicamente riconducibile alle folli condizioni meteo di quest’anno caratterizzate da caldo in primavera, forti e estese piogge in estate, a cui, in alcune zone, si sono unite violente grandinate. Tutti fattori che hanno incrementato l’attività del noto flagello dell’oliva, vale a dire, la mosca! (in Puglia si è aggiunto il batterio killer Xylella!)

Le produzioni hanno toccato punte di riduzione fino al 70%.

Cosa fare?

Il rischio che si moltiplichino frodi o, semplicemente, vendite di oli anonimi, privi di identità, risultato di miscele di varie origine e raccolte è alto.

E’ bene quindi, accettando possibile aumenti di prezzi nei prossimi mesi, ancorarsi sempre di più alla garanzia dei produttori diretti, coloro che anche appoggiandosi al frantoio locale, lavorano e garantiscono la qualità delle proprie olive, indicando in etichetta l’anno preciso di raccolta.

Eccone uno…. Olio extravergine d’oliva Aquamela

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