Ogni periodo dell’anno ha il proprio fascino e le proprie peculiarità. I prodotti di stagione sono proprio la prova di questa relazione tra lo scorrere dei giorni e delle settimane e la sapienza di contadini e artigiani della terra. Ed è proprio di questa sapienza e conoscenza che vogliamo parlare, vale a dire della capacità dei nostri agricoltori di coniugare i cicli e il rispetto della natura con la necessità di organizzare al meglio il calendario di semine e raccolte per anticipare o prolungare un pochino alcune colture. A ciò si sommano le oggettive criticità di natura geografica che portano, ad esempio, il nostro territorio ad essere un po’ più indietro sul fronte dei raccolti rispetto alle produzioni di Sicilia o Puglia.
A noi la scelta: puristi fino in fondo e niente zucchine fino a giugno e niente fragole fino a luglio oppure accettiamo il compromesso? Un compromesso che ha delle parole in codice inusuali rispetto a quelle comuni nel dibattito utopico dell’agricoltura locale.
Voi che scelta appoggiate? Siete tra quelli che aspettano la stagione di ogni prodotto per portarli in tavola o non disdegnate alcune primizie?