Torniamo ancora una volta a parlare di pane, uno dei prodotti essenziali della nostra alimentazione.
Come sapete, da alcune settimane, abbiamo iniziato la collaborazione con Carlo Fiorani, un giovane agricoltore della provincia di Cremona. E partiamo proprio da qui. Carlo è un agricoltore! Un contadino per l’esattezza, un ragazzo forte di una lunga esperienza professionale nel mondo Slow Food a contatto con artigiani e custodi della biodiversità alimentare, che è tornato alla terra e alla coltivazione di cereali per la produzione di pane di altissima qualità.
Per fare un po’ di chiarezza e rispondere alle richieste che giungono da alcuni di voi, cerchiamo di indagare sul valore aggiunto del Pane di Carlo.
1) Un vero pane di filiera
La filiera è la sua, quella dei suoi grani coltivati in azienda secondo i dettami dell’agricoltura Bio. Carlo non scende a compromessi con farine di forza o surrogati di fonti incerta. Carlo valorizza in toto ciò che deriva dalla sua terra. Questo può rendere il pane meno immediato, talvolta instabile, forse imperfetto, ma ricco di anima e identità.
2) La lievitazione
Carlo si affida alle virtù della pasta madre e ad una lievitazione diretta. Il pane che ne deriva è compatto, sodo, mai troppo acido e equilibrato nel gusto. Questi requisiti rendono il pane adatto ad una lunga conservazione.
3) La gamma
Carlo non ha una gamma di pani infinita, dato che dai suoi terreni non giungono tutte le tipologie di grani. Con questo, annunciamo che qualche novità ci sarà dalle prossime settimana, frutto del legame diretto con amici agricoltori. E il caso del pane di mais, prodotto in collaborazione con Carlo Maria Recchia, giovanissimo agricoltore cremonese e fautore del recupero dell’antica varietà di mais corvino.
E voi cosa ne pensate del Pane di Carlo?