Spreco alimentare: come combatterlo nel quotidiano

Il 5 febbraio si celebra la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare: giornata fondamentale per informare e sensibilizzare le persone a questo tema ma la lotta allo spreco va combattuta tutti i giorni. Cambiare (e migliorare) le proprie abitudini si può, partendo dalla propria cucina, dai piccoli gesti quotidiani e bastano pochi accorgimenti per ridurre sensibilmente il volume del sacchetto della spazzatura!

4 consigli per ridurre lo spreco alimentare nelle nostre cucine

1. Fare una spesa più consapevole e biologica, comprare solo quello che veramente ci serve e, infine, fare molta attenzione agli imballaggi dei prodotti acquistati.

2. Organizzare il proprio frigo e pulirlo almeno una volta a settimana. Mettere sempre i prodotti appena acquistati dietro e quelli vecchi davanti, così da tenere sotto controllo le date di scadenza e non far deperire nulla. E’ fondamentale conservare correttamente frutta e verdura all’interno del proprio frigo per ridurre al minimo lo spreco alimentare.

3. Dedicarsi al meal prep, grazie al quale è possibile preparare in anticipo i pasti dell’intera settimana. Quando si ha un po’ di tempo, si può pianificare il menù della settimana e dedicandosi poi alla preparazione di verdure, cereali, proteine vegetali e non, in modo da avere parte del lavoro già svolto. Il meal prep permette di ridurre gli sprechi evitando così di far andare a male il cibo e, cosa non trascurabile, di avere un’alimentazione più sana.

4. Utilizzare parti di scarto di verdure che altrimenti butteremmo via o di altri alimenti (come ad esempio il pane raffermo). Non buttate via le bucce di patata, di carota, di zucca, i gambi e le foglie di broccoli e cavolfiori, i baccelli dei piselli, i gambi duri degli asparagi, le foglie esterne del carciofo, la parte centrale dura della foglia del cavolo nero. Tutte queste parti, normalmente considerate di scarto, possono rivelarsi una grande ricchezza di elementi nutritivi. Per questo molti dei nostri kit ricette contengono sempre un consiglio su come riutilizzare queste parti vegetali! Ecco qualche esempio:

Il kit pastina in brodo colorato. La verdura usata per fare il brodo non va sprecata: si può frullare per ottenere una deliziosa vellutata, da servire a parte condita con olio evo e parmigiano.

Pastina in brodo colorato

Il kit canederli alla tirolese è di per sé senza sprechi: i canederli sono infatti preparati con il pane raffermo! Così come la ricetta dei bon bon di panettone o torta avanzata!

Canederli alla tirolese in brodo
Bon Bon di panettone avanzato

Anche i pizzoccheri della Valtellina possono essere senza sprechi. Basta non buttare le bucce delle patate e disporle su una teglia con carta forno, un filo di olio EVO, sale e rosmarino e farle croccare in forno per ottenere delle chips!

Con un po’ di creatività e fantasia possiamo infatti dare una nuova vita a tantissimi alimenti. Vediamo nel dettaglio uno dei soggetti, il carciofo, che ha una percentuale di spreco maggiore e come, con piccoli accorgimenti, si può gustare fino in fondo.

Come si puliscono i carciofi

Per prima cosa preparate una ciotola con acqua e limone così da immergere i carciofi tagliati e impedire che anneriscano. Tagliate la punta, la parte più dura e generalmente con le spine, poi sfogliate il carciofo togliendo le foglie esterne più dure. Fermatevi quando trovate le foglie tenere di un colore giallo/verde. Tagliate il gambo alla base del carciofo, spellatelo eliminando la parte più esterna fibrosa ed eliminate eventuali spine, poi tuffatelo in acqua per non farlo annerire. A questo punto tagliate il carciofo in due parti per il lungo ed eliminate la barba, ovvero la peluria che si trova all’interno. Toglietela scavando con un coltellino o uno scavino, dividete la metà del carciofo in altre due parti e tuffatelo nell’acqua acidula. Se invece volete cucinare il carciofo intero, togliete le foglie esterne più dure, poi allargate delicatamente le foglie, inserite uno scavino ed eliminate la barba interna.

Come utilizzare le parti di scarto del carciofo

Quante volte abbiamo buttato via le foglie esterne più dure del carciofo? In realtà anche questa parte contiene della polpa ma bisognerà separarla dalla fibra. Bastano alcune piccole attenzioni per realizzare una perfetta ricetta antispreco. Per prima cosa cuocete le foglie esterne in abbondante acqua per 30 minuti circa. Poi potete lasciare l’acqua nella pentola e frullare il contenuto con un frullatore ad immersione. Filtrate il tutto e otterrete una crema molto liquida (dalla consistenza simile ad un brodo). Oppure scolate le foglie e passatele in un passaverdura, un mixer o anche nell’estrattore. Filtrate con un colino e ciò che otterrete sarà una crema (molto più densa rispetto alla versione precedente) a base di sola polpa del carciofo. Con questa operazione avrete scartato la parte fibrosa.

La crema ottenuta dallo scarto delle foglie di carciofo si può congelare nel contenitore del ghiaccio in modo tale da avere dei cubetti sempre disponibili all’occorrenza. In alternativa si può conservare frigo, in un vasetto di vetro con chiusura ermetica, per una settimana circa.

Come si utilizza?

Il suo utilizzo varia in base alla densità della crema ovvero se contiene poca o tanta acqua, ma si presta a diversi usi: per condire un primo piatto a base di pasta, per preparare un pesto, se la consistenza è densa, da frullare con altre verdure e frutta secca, per preparare un hummus con i legumi, per condire un risotto o un altro cereale, da aggiungere ad un contorno di verdure semplicemente come insaporitore.

Il Natale a tavola!

Si avvicina il Natale e così la preparazione dello stomaco alle grandi mangiate che ci aspettano. Se la costante del Natale sono le tavolate di parenti e le innumerevoli portate, non possiamo definire un menù standard per tutti. Il bello della nostra tradizione gastronomica è proprio questo, ognuno ha i suoi piatti della tradizione oltre che un appuntamento fisso, che sia alla Vigilia, il giorno di Natale o a Santo Stefano. E c’è chi affronta tutte e tre le giornate! Per non farci mancare nulla abbiamo comunque messo insieme un bel po’ di prodotti per le feste, belli da regalare o da cucinare insieme a parenti e amici.

Riprendiamo quindi il discorso sulle differenti declinazioni del menù di Natale che, per quanto sia diverso in ogni casa e in ogni regione, trova alcune costanti.

Partiamo dal “quando: in genere al Centro e al Sud si festeggia con il “Cenone della Vigilia”, mentre al Nord è più diffuso il pranzo del 25. Passiamo subito al “cosa”: il 24 sera è uso preparare una cena di “magro”, a base di pesce, mentre a Natale, durante il pranzo del 25, via libera anche alla carne. Un’altra costante sono i dolci: che si tratti di pandoro, panettone o torrone, in genere, almeno uno dei tre, non manca su nessuna tavola! Ma non è finita qui. A ognuno la sua tradizione e piatto tipico! Abbiamo individuato qualche preparazione tipica, amata e consumata al Nord, Centro o Sud Italia.

Al Nord

Una delle specialità valdostane che si mangia per la festa di Natale è la carbonade, carne di manzo cotta nel vino rosso. In Piemonte non è Natale senza gli agnolotti e il gran bollito misto, condito con le salsine tra cui il bagnet ross e verd. Se in Lombardia uno delle portate più tradizionali è l’anguilla, fresca o in conserva, in Veneto si mangia la polenta con il baccalà e il lesso con le salse mentre in Trentino-Alto Adige si divorano piatti di canederli.

In Centro Italia

Tortellini e passatelli, rigorosamente in brodo, tagliatelle e lasagne, ma anche tortelli di zucca e alle erbette. Anche qui il baccalà è protagonista nelle tavole della vigilia: in Lazio abbonda anche il fritto misto di verdure e il capitone. A Roma, alla Vigilia, non può mancare la minestra di pesce. Ci sono anche gli spaghetti con le alici, l’anguilla fritta o in carpione e l’insalata di puntarelle. E per finire dolci accompagnati da tanta frutta secca da sgranocchiare. A Natale, invece, si fa l’abbacchio al forno con le patate e i cappelletti in brodo, ma anche il bollito. In Toscana va per la maggiore l’arrosto di faraona o di anatra.

La tavola al Sud

Pesce crudo, carne e verdure non mancano: minestra di scarole, verze e cardi in brodo di tacchino, e poi baccalà lesso e pane con le mandorle. Ma anche cime di rapa e le pettole, frittelle di pasta lievitata che si farciscono con pomodori, capperi, origano e alici, ma anche gamberi, cime di rapa e ricotta.

Abbiamo individuato solo alcune portate tipiche del Natale! Siamo sicuri che ne avrai altre da aggiungere e raccontarci, dicci la tua nei commenti o taggaci sui social aggiungendo l’hashtag #nataledistagione, perché, si sa, il Natale è di stagione!

Buone feste da Cortilia!

Le ricette pronte da cucinare

Oggi vorrei mangiare qualcosa di diverso, vorrei cimentarmi in una ricetta nuova, che sia sana e gustosa allo stesso tempo. Quante volte ci è passato per la testa un pensiero del genere? Ma spesso la pigrizia o la mancanza di tempo ci frenano: anche se abbiamo identificato la ricetta che stuzzica la nostra fantasia e il nostro appetito, e quello della nostra famiglia, manca il tempo di andare a comprare tutti gli ingredienti per poi passare alla fase di realizzazione vera e propria.

Per questo motivo Cortilia, lancia una novità nella piattaforma: le ricette Pronte da Cucinare, che consentono di scegliere tra una gamma di piatti di stagione e di ricevere a casa gli ingredienti necessari per prepararli. Sarà sufficiente avere in dispensa quei prodotti base come olio, sale e pepe e al resto ci pensa Cortilia, che porterà comodamente a domicilio, nel giorno e nella fascia oraria preferita, la cassetta contenente gli ingredienti base necessari per la ricetta prescelta.

Lasciarsi ispirare dal ricettario Cortilia, che esalta tutto il gusto dei prodotti di stagione, sarà un vero piacere. Quindi pronti via con l’ordine – che sia da PC, tablet o mobile tramite l’apposita app – e subito ai fornelli a cucinare!

Guacamole

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Famosa salsa a base di avocado, perfetta per l’aperitivo. Con i suoi colori e la sua cremosità porta in tavola l’allegria!

Ingredienti:

  • 220 g di avocado maturo
  • 10 pomodorini circa
  • 1 cipolla rossa fresca
    In dispensa devi avere
  • 2 cucchiai di olio extravergine
  • 2 lime q.b. sale

Preparazione:

Pulisci bene l’avocado, dividendolo in due ed eliminando il nocciolo centrale. Schiaccialo grossolanamente con una forchetta, unisci il succo del lime che hai precedentemente spremuto, il sale, i pomodori, la cipolla pelata e tagliata finemente. Servi con le tortillas.

Involtini di melanzane

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Un piatto fresco, che ti farà aprire in grande stile le tue cene della bella stagione.

Ingredienti:

  • 2 grosse melanzane
  • 20 pomodorini circa
  • 140 g di formaggio spalmabile
  • Qualche fogliolina di menta
    In dispensa devi avere:
  • 6 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • q.b sale
  • q.b aglio

Preparazione

Taglia le melanzane a fette di 4-5 mm di spessore. Ungile leggermente e griglia bene da entrambi i lati. Intanto mescola il formaggio con 1 cucchiaio di olio, il sale, l’aglio e la menta tritati. Spalma un cucchiaino di formaggio su ogni fetta di melanzana, arrotola e fermala con uno stuzzicadenti. Posiziona un pomodorino all’estremità di ogni stuzzicadente e servi. A piacere puoi anche aggiungere una fetta di prosciutto cotto all’interno del rotolino.

Meruluzzo con purea di piselli

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Un piatto d’ispirazione nord europea: i filetti di merluzzo cotti al forno, croccanti e dorati, appoggiano morbidi sul purè di piselli freschi.

Ingredienti:

  • 400 g di piselli sgranati
  • 450 g di filetti di merluzzo
  • 1 cipolla fresca
  • 100 ml di brodo vegetale
    In dispensa devi avere:
  • 8 foglioline di menta
  • 1 pacchetto di crackers salati
  • 30 ml di olio extravergine evo
    q.b. sale
    q.b. timo

Preparazione

Prepara i filetti: tagliali di dimensioni di circa 10 cm di lunghezza e disponili su una teglia coperta di carta forno. Spezzetta i crackers nel pacchetto e versali sopra il pesce.
Distribuisci olio e timo e inforna 10 minuti a 180°. Intanto metti in un pentolino il cipollotto tagliato grossolanamente e fallo rosolare.

Unisci i piselli, il brodo e cuoci per una decina di minuti, fino a che i piselli saranno morbidi. Toglili dal fuoco, schiacciali con una forchetta per un risultato più grossolano, unisci la menta e il sale. Servi con il pesce appena uscito dal forno. Perfetto anche per i bambini.

Torta di Carote e nocciole

Torta di carote e nocciole-7 Ridotte

La torta di carote è una merenda che piace a tutti, grandi e piccini. È ricca di fibre e perfetta anche da portare a scuola all’intervallo.

Ingredienti

  • 300 g di farina 0
  • 300 g di carote
  • 100 g di nocciole tostate
  • 2 uova intere
  • In dispensa devi avere:
  • 180 g di zucchero di canna
  • 50 ml di olio di riso o di mais
  • 1/2 bustina di lievito
  • q.b. scorza di un’arancia
  • q.b. zucchero a velo per servire

Preparazione

Nel boccale di un frullatore trita le carote con le nocciole e la scorza dell’arancia. Unisci lo zucchero, le uova, l’olio e per ultima la farina setacciata con il lievito. Versa il composto in uno stampo antiaderente – da 23 cm – infarinato e cuoci a 175°C per circa 50 minuti. Fai la prova dello stecchino prima di toglierla dal forno. Togli la torta dal forno e spolverala con zucchero a velo a piacere.

 

Il pane di Carlo

Torniamo ancora una volta a parlare di pane, uno dei prodotti essenziali della nostra alimentazione.

Come sapete, da alcune settimane, abbiamo iniziato la collaborazione con Carlo Fiorani, un giovane agricoltore della provincia di Cremona. E partiamo proprio da qui. Carlo è un agricoltore! Un contadino per l’esattezza, un ragazzo forte di una lunga esperienza professionale nel mondo Slow Food a contatto con artigiani e custodi della biodiversità alimentare, che è tornato alla terra e alla coltivazione di cereali per la produzione di pane di altissima qualità.

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Per fare un po’ di chiarezza e rispondere alle richieste che giungono da alcuni di voi, cerchiamo di indagare sul valore aggiunto del Pane di Carlo.

1) Un vero pane di filiera

La filiera è la sua, quella dei suoi grani coltivati in azienda secondo i dettami dell’agricoltura Bio. Carlo non scende a compromessi con farine di forza o surrogati di fonti incerta. Carlo valorizza in toto ciò che deriva dalla sua terra. Questo può rendere il pane meno immediato, talvolta instabile, forse imperfetto, ma ricco di anima e identità.

2) La lievitazione

Carlo si affida alle virtù della pasta madre e ad una lievitazione diretta. Il pane che ne deriva è compatto, sodo, mai troppo acido e equilibrato nel gusto. Questi requisiti rendono il pane adatto ad una lunga conservazione.

3) La gamma

Carlo non ha una gamma di pani infinita, dato che dai suoi terreni non giungono tutte le tipologie di grani. Con questo, annunciamo che qualche novità ci sarà dalle prossime settimana, frutto del legame diretto con amici agricoltori. E il caso del pane di mais, prodotto in collaborazione con Carlo Maria Recchia, giovanissimo agricoltore cremonese e fautore del recupero dell’antica varietà di mais corvino.

E voi cosa ne pensate del Pane di Carlo?

 

E tu che cavolo sei?

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Brassica oleracea è il nome scientifico e, perché no, anche un po’ poetico, che identifica lo straordinario e complesso mondo dei cavoli. Una pianta che arricchisce di colore e gusto le stagioni fredde dell’anno.

I cavoli sono l’ortaggio popolare per eccellenza, icona della civiltà contadina e forse, proprio per questo, a lungo denigrati e sottovalutati nella loro dignità gastronomica. I cavoli meritano rispetto, se non fosse per il loro strabiliante potere nutrizionale ed estetico. I cavoli sono prima di ogni altra cosa belli! Sono emblema di una biodiversità infinita fatta di forme, sfumature cromatiche, consistenze, denominazioni regionali e locali, adattabilità a climi e terreni differenti, nonché ingrediente di un patrimonio inesauribile di ricette e artefatti della tradizione. Dal nord al sud del Mondo, o anche solo in Italia, ci si imbatte in un mondo infinito rappresentato da (per citarne solo alcuni):

cavolfiori, broccoli, cavolo romanesco, cavolo cappuccio, cavolo nero, cavolo cinese, cavolo rapa, verza, ma anche le infiorescenze come broccoletti, cime di rape, minestra napoletana, friarielli e tanti altri.

Al bando quindi la diffidenza verso il loro profumo un po’ grezzo e acre (dovuto alla presenza di composti solfurei) e evviva i cavoli! Valorizziamoli nelle loro più infinite forme e nelle più svariate ricette.

Crudi, tagliati sottili, sono l’arternativa alle comuni insalate a foglia e regalano un condensato di vitamine e minerali che non ha eguali. La croccantezza li rende un prodotto con alto potete saziante, anche grazie ai leggeri e gustosi condimenti che si accompagnano (provateli con olio, aglio e un acciuga sbriciolata).

Si gustano anche saltati in padella, appena scottati.

Ottimi come base per stufati, potaggi e lunghe cotture, tra cui la fatidica Cassouela milanese, in cui le foglie di cavolo verza raccolgono umori, fantasie e succulenze delle carni.

Le foglie appena sbollentate diventano l’involucro per meravigliosi involtini di cui è ricchissimo il repertorio regionali. Un ripieno vegetariano di uovo, pangrattato, parmigiano e prezzemolo è già sufficiente; per i più esigenti, si può aggiungere la carne o perché no, verdure e sfilacci di baccalà.