Le fragole sono una delle più grandiose meraviglie della primavera. Grazie alla loro forma soave e al loro profumo sottile e mai invadente, conquistano senza misura chiunque, da bimbi a adulti. Chi non si è avventurato, in questi giorni, in una bella scodella di fragole con un po’ di zucchero e limone o addirittura con la panna?
Le fragole sono anche uno dei prodotti della natura più “ricercati e imitati” a livello industriale. Ovvero, le industrie alimentari, in particolare le aziende che producono aromi sintetici, hanno costruito attorno a questo straordinario frutto, infiniti artifizi e molecole di laboratorio finalizzati a rivestire di questo aroma un’infinità di prodotti, dalle caramelle, alle merendine e a tanti cibi che di fragola hanno solo l’immagine…
Ma l’autenticità di un frutto mangiato dalla pianta o gustato a poche ore dalla raccolta è tutt’altra esperienza. E per godere a pieno delle virtù organolettiche delle fragole, occorre restare fedeli alla stagionalità.
Le fragole si gustano in primavera, a partire da aprile e per tutta la prima parte dell’estate. Ovviamente la zona di produzione, la varietà e il tipo di coltivazione (all’aperto, in serra o fuori suolo), la quantità di luce, incidono sui tempi di raccolta del frutto.
Qualche informazione sulla stagionalità:
– le formazione delle fragole e quindi il raccolto dipendono dalla quantità di luce e dalla temperatura: più fa caldo, meno tempo ci vuole.
– Le prime fragole italiane arrivano, infatti, già all’inizio della primavera dalla Sicilia (sono molto care e spesso poco saporite); poi dalla Sicilia si sposta la produzione anche in Calabria, per poi in aprile giungere in Basilicata, quindi in Puglia e solo successivamente in Campania, la regione più produttiva in Italia. E’ maggio il periodo migliore, con una produzione ormai estesa anche al nord (Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte). In estate si raccolgono quelle dell’arco alpino.
– E, infine, un brevissimo accenno sulla pratica fuori suolo molto in uso nella coltivazione delle fragole. Si tratta di una soluzione da molti vista come eccessivamente artificiosa, in quanto si basa sulla coltivazione delle piantine di fragole in un substrato sospeso e non direttamente sul terreno. In realtà, può rappresentare un’ottima soluzione sia per la praticità operativa, sia per l’opportunità di un tipo di agricoltura a ridotto impatto ambientale.