Risotto mantecato al topinambur

Il topinambur è una radice molto gustosa, dal sapore simile a quello dei carciofi, ma più delicato. Si sposa alla perfezione con la frutta secca, è perfetto per creare zuppe e creme per servire la pasta, ma in questo caso abbiamo preferito aggiungerlo ad un risotto al momento della mantecatura, invece del formaggio. In questo modo tutto il sapore della verdura, concentratosi durante la brasatura, si unisce al gusto del riso, per un primo piatto rapido, ma sorprendente.

risotto topinamburGrado di difficoltà: Facile
Per 4 persone

320 g di riso Carnaroli o Arborio
400 g di topinambur
4 acciughe sott’olio
2 spicchi di aglio
un mazzetto di prezzemolo
sale e pepe q.b.
3 cucchiai di olio evo
brodo q.b.

In una padella versare 2 cucchiai di olio e lasciarli scaldare. Unire il riso, farlo tostare per qualche minuto e quando comincerà a “cantare”, cioè a fare il tipico rumore del riso caldo e tostato, unire brodo sufficiente a coprire il riso nella pentola.
risotto topinambur step 1 Intanto in una padella versare l’olio rimasto, unire l’aglio e le acciughe e lasciarle sciogliere. Aggiungere i topinambur puliti e affettati sottili Lasciateli rosolare per bene, coprite con del brodo e cuocete fino a che saranno morbidi. Schiacciateli con uno schiacciapatate.
risotto topinambur step 2 Quando il riso sarà quasi cotto ma ancora morbido e ondoso, unire la purea grossolana di topinambur e il prezzemolo tritato, spegnete il fuoco, aggiustate di sale e pepe e servite.

Curiosità d’autunno

Ma chi l’ha detto che l’autunno è la stagione monotona di cavoli, broccoli e poco altro?
Direttamente dalle campagne milanesi, l’offerta di Cortilia si è arricchita di alcune straordinarie novità.

L’inventiva e la voglia di sperimentare cose nuove ha portato i Fratelli Scotti di Cascina Pizzo, ma anche il giovane Alberto Cassani, a coltivare ortaggi curiosi che ci teniamo a presentarvi…. Un modo nuovo di variare la vostra dieta e scoprire gusti inediti!

Tenerumi
Si tratta delle foglie tenere della pianta delle zucchine siciliane, più precisamente della zucchina siciliana “serpente”, lunga e stretta. Le foglie si sbollentano in acqua e si usano come fossero spinaci. Ottimi soffritti con pomodoro e cipolla come sugo per la pasta. Un’icona della cultura culinaria siciliana, ma 100% locale.

Zucca siciliana
A prova del fatto che si mangia tutto, ecco questa particolare zucca, lunga e stretta. Raggiunge fino a un metro di lunghezza e si apprezza come una normalissima zucchina. Dolce, gustosa e base per le più svariate ricette.

Friarielli
Un ortaggio della tradizione napoletana che assume nomi e nomignoni di ogni sorta. I friarielli sono una sorta di cima di rapa, un po’ più scura e saporita. A Napoli si chiama anche “minestra”. Si sbollenta, si salta in padella e si gusta nelle più svariate ricette. Provatela con la pasta. Buonissimi sulla pizza!

Pan di Zucchero
Più conosciuta con il nome di milanese o cicorone, questa eccellenza dell’orto è una delle tante variegate testimonianza del grande mondo delle cicorie. Si gusta cruda, in insalata, apprezzando la sua croccantezza, oppure in padella dove esalta un gusto piacevolmente amarognolo.

Cavolo cinese
Un volto nuovo del cavolo, 100% locale e da agricoltura biologica. Si apprezza scottato in padella appena abbrustolito, insaporito da qualche cucchiaio di salsa di soia. Oppure in insalata con un ricco condimento.

Topinambur
I fiori gialli che spesso troviamo a ridosso dei campi che ricordano le margherite gialle, non sono altro che la parte visiva di questo curioso tubero. Un ingrediente suggestivo che, da semplice prodotto della terra, è arrivato ad assumere un ruolo importante nelle cucine dell’alta ristorazione.