Carussin, la sincerità nel bicchiere

Carussin è sinonimo di vino sincero, vino schietto, beverino, puro, profondamente ancorato al territorio d’origine: le bellissime colline dell’Astigiano.

Bruna, Luigi, Luca e Matteo ne sono i protagonisti: una famiglia al completo che diffonde energia e positività. La loro realtà vitivinicola è una delle più singolari e entusiasmanti del territorio astigiano, condotta in totale armonia con le bellissime colline di questo angolo di Piemonte. In compagnia di 11 asini, 2 pecore, 2 cani (Nero e Amy), un’oca, qualche gallina e molte anatre, l’azienda produce essenzialmente Barbera, il vino più rappresentativo della cultura contadina locale.

L’azienda conduce i propri vigneti affidandosi alla sapienza contadina, oltre a seguire i riferimenti dell’agricoltura BIO. È, inoltre, un riferimento per la viticoltura biodinamica. Tra i vigneti, infatti, vige armonia, vitalità e profondo rispetto dell’ecosistema. Ne derivano uve sane e pulite che si trasformano in vini semplici, mai banali, e sinceri, prodotti secondo i canoni dell’enologia naturale.

La Barbera – che qui è femmina – è proposta in due formati: la classica bottiglia, dedicata a chi ci tiene alla tradizione e la versione sempre più diffusa tra le aziende di qualità, vale a dire, il Bag in Box.

barbera asinoi bottiglia Qualche appprofondimento sul Bag in Box

Il bag in box è la nuova frontiera del vino quotidiano di qualità: permette al vino di conservarsi bene dalla prima all’ultima goccia. Una volta aperto si conserva in dispensa, a temperatura ambiente, per oltre un mese.

barbera asinoi bag in box

E per chi volesse fare una gita fuori porta…

Approfittatene per visitare Carussin L’azienda non produce solo vino, ma anche tante buone idee e ottimi progetti. Ad esempio, da alcuni anni, grazie alla complicità degli asini, l’azienda è una fattoria didattica aperta a bambini e adulti. Inoltre è stato creato l’agribar “Grappolo contro Luppolo”, dove si ha modo di gustare oltre al vino, la birra artigianale, altro prodotto aziendale realizzato da Luca.

6 cose che non sai sul BIO: tra falsi miti e disinformazione

L’agricoltura biologica è un altro modo di approcciarsi alla natura e alle produzioni alimentari. Un tema sempre più attuale nel dibattito pubblico che anche Cortilia segue e mette in evidenza con interesse e puntualità.
Diffondere una cultura del BIO, tuttavia, richiede attenzione e serietà, contro falsi miti e disinformazione.
Ecco alcune nostre osservazioni in materia BIO.

1) Questione di leggi
l’agricoltura biologica è disciplinata da diverse normative nazionali e comunitarie che definiscono requisiti e metodi per poter dichiarare se una produzione è biologica o no.
Un prodotto è biologico, pertanto, se ricondotto a livello di tecnica di produzione a parametri e metriche riconducibili alla legge.

2) Certificazione e burocrazia
Un prodotto è biologico se è certificato. La certificazione da parte di enti dedicati è obbligatoria. Si tratta di una procedura talvolta limitata a analizzare esclusivamente carte e documenti, non a controllare a livello puntuale i terreni o i prodotti.

3) Il biologico industriale
Attenersi a protocolli e parametri definiti dalle normative BIO è oggi facile anche per le produzioni di larga scala. Esiste, infatti, una forte crescita del comparto anche da parte di aziende agricole o di industrie di trasformazione che convertono la produzione, o parte di essa, verso il BIO. Persino le multinazionali del cibo cavalcano questa onda commerciale proponendo artefatti in versione “green”. Oltreoceano, dove il fenomeno è molto sviluppato, si possono trovare ad esempio i Macaroni&Cheese “Organic” (cioè “BIO”) di una nota multinazionale — ed è solo un esempio tra tanti!

Macandcheese2

 

4) C’è BIO e BIO
La diffusione industriale del biologico porta agricoltori e artigiani che si approcciano a questo tipo di agricoltura con dedizione e sensibilità contadina a interrogarsi sull’effettiva credibilità del concetto BIO, a fronte di una concorrenza sempre più forte di prodotti che sono BIO solo a livello di aderenza alle normative. Tali produttori si interrogano, infatti, su altri livelli e frontiere di valorizzazione delle proprie produzioni, come l’introduzione di pratiche di agricoltura biodinamica o più semplicemente sulla vendita diretta che consente di far trasparire a chi visita l’azienda il valore aggiunto della propria realtà.

5) Il territorio
Ciascun territorio e distretto agricolo ha le proprie caratteriste e potenzialità espressive. Puntare, quindi, su coltivare prodotti in rapporto alla vocazionalità è la prima operazione sensata a favore della sostenibilità. Non ha alcun senso sforzarsi di produrre mele su larga scala nella campagna milanese, quando in Trentino, in Valtellina, ecc ci sono condizioni nettamente più favorevoli, che possono avvantaggiare anche pratiche agricole biologiche.

6) Milano e il Parco Sud
Mais, riso, allevamento suino e qualche produzione orticola. Il parco agricolo più esteso d’Europa ha a lungo offerto un elenco di produzioni limitato, risultato di tecniche intensive. Un modello che oggi trova una strada nuova nell’affermarsi di aziende agricole che guardano alla multifunzionalità, requisito indispensabile per l’agricoltura biologica.
Da segnalare, con entusiasmo, che molte aziende locali da sempre indirizzate verso modelli convenzionali, anche grazie alla multifunzionalità, hanno iniziato la strada della conversione al BIO, a prova del fatto che questo comparto, se ben interpretato, è un’opportunità per il nostro sistema agricolo locale.

La natura in casa: con Cortilia il biologico arriva a casa tua

PIETRO_1_84_Un nuovo produttore è attivo sulla piattaforma di Cortilia. Si tratta di Alberto Cassani, giovane, appassionato, entusiasta, esempio di una nuova idea di agricoltura locale.
“Un nuovo contadino”- è giusto definirlo – con un curriculum autentico e intrigante (a cui non serve aggiungere finte lauree come si usa fare di questi tempi), fatto di una laurea in architettura ambientale e diversi anni di esperienze nel campo progettuale.
Nel 2009, la passione per la terra, il bisogno di contribuire a risollevare socialmente l’agricoltura locale e l’interesse profondo verso un approccio agricolo pulito e sostenibile a sostengo del proprio territorio, lo portano a credere in questa nuova avventura. Crea la sua azienda agricola che non a caso porta il suo nome, e inizia un percorso che lo porta a considerare, valorizzare e interrogarsi sulla figura stessa di agricoltore in cui è entrato a far parte. Con spirito critico e voglia di sperimentare, adotta fin da subito le pratiche dell’agricoltura biologica, bandendo categoricamente prodotti di natura chimica (l’azienda è certificata biologica ICEA dal 2009) e approfondendo in parallelo le teorie dell’agricoltura biodinamica.

L’azienda di Alberto Cassani è multifunzionale. Dai campi provengono verdure e frutti di stagione, compatibili con ciò che il territorio di Corbetta e Sedriano è in grado di offrire. I piccoli frutti, quali lamponi, mirtilli, ribes, arrivano invece dalla Valle d’Aosta dove l’azienda ha un piccolo appezzamento. Non mancano gli animali da cortile, come galline ovaiole, polli e conigli funzionali a diversificare le produzioni e a rifornire di uova e carne la cucina del proprio agriturismo. E’ attivo anche un laboratorio di trasformazione di frutta e verdura che viene valorizzata in vellutate, sughi pronti e in particolare in uno straordinario dado da cucina – diventato il vero biglietto da visita dell’azienda -, il tutto realizzato con grandi materie prime di qualità.