I “brutti ma buoni” di Cortilia

Il nostro è un elogio all’imperfezione!

BruttiMaBuoni_PeperoniRQueste verdure “brutte ma buone” sono belle proprio perché diverse tra loro, un po’ storte e dalle forme anomale, di diametro e lunghezza variabile, quindi magicamente diverse! L’industria ne farebbe uno scarto, noi le abbiamo fatte recuperare dal nostro fornitore di fiducia di Cascina Pizzo, riconoscendone il valore e dando vita a una piccola cassetta. Ovviamente, l’unica cosa che non varia dai cugini così omologati e perfetti è il gusto: i “brutti ma buoni” sono buonissimi allo stesso livello, quindi perfetti per animare i vostri piatti estivi!

Ecco in piccolo assaggio dei mitici “brutti ma buoni”.

Cassetta di zucchine brutte ma buone 

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Cassetta di melanzane brutte ma buone 

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Cassetta di cetrioli brutti ma buoni

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Come lo cucino? Conosci e impara a cucinare la borragine

La borragine è una verdura depurativa, antiossidante, disintossicante, ma soprattutto ottima da mangiare.

Questo ingrediente, sebbene non rientri nella dieta di molti, è essenziale nella cultura gastronomica della Liguria. Figura nella preparazione di ricette gustose della tradizione popolare. La borragine cresce selvaggia, infatti non è raro vederla nei campi incolti ma è anche possibile coltivarla nell’orto. 

In cucina le foglie sono buonissime passate in pastella e fritte, oppure, per chi ama ricette più light, sbollentate, saltate in padella come contorno o ripieno per il fatidici pansotti.

LA RICETTA Girasoli di spinaci e borragine 

Di fatto è una semplice torta salata, ma è molto scenografica e soprattutto racchiude al suo interno un cuore di borragine e spinaci, reso filante dalla crescenza. Attenzione, i petali spariranno come quelli delle margherite: mangio o non mangio?

INGREDIENTI

  • 200 g di borragine
  • 300 g di spinaci
  • 250 g crescenza
  • 200 g di farina integrale
  • 110 ml di acqua circa
  • 60 ml olio extravergine d’oliva
  • 1 spicchio di aglio
  • sale e pepe
  • a piacere semi (di papavero o di sesamo) per decorare

PREPARAZIONE

Preparate la pasta: unite 50 ml di olio alla farina, un pizzico di sale e tanta acqua quanta ne serve per avere un impasto morbido ma sostenuto. Lasciatelo riposare. Intanto mondate le verdure e mettetele ad appassire, con l’olio rimanente e l’aglio, in una padella rovente, senza aggiungere acqua. Quando saranno morbide, frullatele con il formaggio. Dividete l’impasto in due parti e stendetele in modo da formare un disco di circa 30 cm di diametro e di poco spessore. Dopo averlo posato sulla carta forno, riempite un disco con il ripieno e coprite con l’altro. Posate al centro del disco uno stampino o una ciotola capovolta, e premete.

Poi con le forbici tagliate degli spicchi delle stesse dimensioni e ruotateli leggermente, in modo da avere la parte con il ripieno verso l’alto. Pennellate il centro del fiore con un po’ di acqua e decorate con i semi, poi cuocete a 200°C per circa 20 minuti o fino a che la pasta non sarà ben cotta e friabile.

Il gusto vero della Sicilia

La Sicilia è terra benedetta dal sole, custode di un patrimonio agricolo e rurale che non ha eguali al mondo. E’ qui, più precisamente alle porte di Siracusa, in piena campagna, che è nato il progetto Società Agricola Siciliana, dalla volontà di due amici imprenditori, Giuseppe Mirabella e Alberto Di Stefano.

Le loro idee si sono concretizzate in un progetto agricolo di produzione di ortaggi di primissima qualità, ottenuti secondo principi di sostenibilità agricola e ambientale. Con le loro materie prime, grazie al sostegno di fidati tecnologi alimentari, hanno dato il via a un laboratorio di trasformazione di altissimo livello, da cui sfornano artefatti che sono il giusto compromesso di eccellenza degli ingredienti, bilanciamento delle ricette, fedeltà alla tradizione siciliana e comodità di servizio, come gli ottimi piatti pronti in vasocottura. Una sfida in cui crediamo molto.
Eccone un assaggio…

Polpette al sugo

Caponata siciliana

Vellutata di zucca e curcuma

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Alberto Cassani un “nuovo contadino”

E’ tornato Alberto Cassani, il giovane agricoltore di Sedriano, alle porte di Milano.
Da qualche giorno è possibile infatti acquistare su Cortilia alcuni dei suoi prodotti selezionati da agricoltura biologica.

Alberto è un cosiddetto “nuovo contadino”, con un curriculum autentico e intrigante, fatto di una laurea in architettura ambientale e diversi anni di esperienze nel campo progettuale.
Nel 2009, la passione per la terra, il bisogno di contribuire a risollevare socialmente l’agricoltura locale e l’interesse profondo verso un approccio agricolo pulito e sostenibile a sostengo del proprio territorio, lo portano a credere in questa nuova avventura. Crea la sua azienda agricola che non a caso porta il suo nome, e inizia un percorso, intimo e collettivo, che lo porta a considerare, valorizzare e interrogarsi sulla figura stessa di agricoltore in cui è entrato a far parte. Con spirito critico e voglia di sperimentare, adotta fin da subito le pratiche dell’agricoltura biologica, bandendo categoricamente prodotti di natura chimica (l’azienda è certificata biologica ICEA dal 2009) e approfondendo in parallello le teorie dell’agricoltura biodinamica.

L’azienda produce ortaggi nei propri terreni di Sedriano e Corbetta e da un paio di anni ha anche investito in un progetto di sostegno agricolo in Abruzzo, dove Alberto, in collaborazione con alcuni agricoltori locali, produce tutto ciò che non si produce nella zona milanese, vale a dire legumi, carote e altri ortaggi.

La forza di Alberto è anche sostenuta dalla famiglia che è artefice di una produzione di trasformati di verdura, quali vellutate, mix per minestroni, sughi pronti e in particolare in uno straordinario dado da cucina – diventato il vero biglietto da visita dell’azienda.

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