Croccante e profumato, il finocchio è un ortaggio che generalmente mette d’accordo i gusti di tutti, grandi e piccini ed è forse una delle verdure maggiormente presente sulle nostre tavole. Ortaggio apparentemente di poche pretese, facile da cucinare, il finocchio ha numerose proprietà che ne rendono il consumo irrinunciabile.
Caratteristiche
Descriverlo è superfluo in quanto conosciuto da tutti, se non nel gusto, almeno nell’aspetto. Qualche parola di più può essere spesa sul suo sapore: molto aromatico, ricorda vagamente l’anice. L’aroma peculiare del finocchio, infatti, si deve alla consistente presenza di anetolo, un’essenza che viene adoperata per la preparazione di liquori quali la sambuca, il pastis e l’anisette in Francia o l’anis in Spagna.
Perché un finocchio sia fresco, deve presentare un “grumolo”, che altro non è che l’insieme delle sue guaine fogliari, carnoso, sodo, compatto e croccante. Le barbe verdi devono invece essere verde brillanti e fresche.
Privo di lipidi e di amidi, ricco di oli essenziali, di fibre e di liquidi, è utile nelle diete dimagranti. Ha una valida azione digestiva. Inoltre è indicato per le donne che allattano in quanto conferisce al latte materno un sapore dolce e gradito ai neonati.
Stagionalità
Il finocchio può essere consumato durante quasi tutto l’anno, indicativamente da ottobre a maggio.
Conservazione
Per conservarli al meglio, occorre eliminare le costole verdi più grosse e riporli in frigo in sacchetti di plastica cui praticherete dei piccoli fori. In questo modo si possono conservare per una decina di giorni, senza che perdano sapore. Potete anche surgelarli, dopo averli ridotti in spicchi e sbollentati, lasciandoli coperti con l’acqua di cottura.
In Cucina
Questa pianta viene usata in cucina in virtù della sua capacità di conferire, grazie agli oli essenziali che essa contiene, sapori e odori molto aromatici alle pietanze.
Una curiosità: il verbo “infinocchiare”, sinonimo di “imbrogliare” e “raggirare”, deriva proprio da questa sua caratteristica: anticamente, i cantinieri erano soliti insaporire il vino più scadente con i semi di finocchio, celando in questo modo al cliente la modesta qualità del prodotto venduto.
Le modalità di consumo di questo ortaggio sono davvero molto varie: crudo (in pinzimonio o in insalata), lessato e condito, fritto, alla parmigiana o ricoperto di salsa besciamella.
Un piccolo consiglio: i finocchi più adatti per le insalate sono quelli tondi e croccanti, mentre quelli di forma allungata sono migliori cucinati.
A noi piacciono moltissimo in pinzimonio, conditi semplicemente con un’emulsione di olio e aceto balsamico. Ottimi in insalata, abbinati a un buon radicchio amaro, a carote fresche grattugiate e a una mela dolce tagliata a dadini.
O ancora, i finocchi sono una base squisita per la classica ricetta siciliana della ricetta dell’insalata di arance: tagliati finemente e uniti a succosi spicchi di arancia a pezzetti e aggiungendo, a piacere, uvette, pinoli, semi di zucca oppure olive.
Sono però squisiti anche cotti, semplicemente cucinati in padella con un po’ d’olio e conditi con una bella manciata di parmigiano, oppure gratinati al forno, magari cosparsi di pangrattato e parmigiano.
Una versione ancora più golosa dei finocchi gratinati è la ricetta che prevede vengano cosparsi di morbida besciamella e fatti gratinare in forno per circa 15 minuti a 180°.